Ragazze a mano armata: recensione

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Dal 19 giugno arriva nelle sale italiane “Ragazze a mano armata”, action comedy tutta al femminile diretta da Fabio Segatori.
Adattamento cinematografico della pièce teatrale di Paola Columba, il film si ambienta a Messina, dove tre studentesse fuori sede cercano di barcamenarsi tra studi e bollette da pagare. Dopo aver accidentalmente bruciato un milione di euro affidatogli da una rapinatrice in fuga, le tre ragazze dovranno improvvisarsi delle “Arsenio Lupin” in gonnella per poter ripagare il malavitoso proprietario del denaro andato in fumo.
Omaggiando il western all’italiana con le musiche di Fabrizio Bondi, il regista cerca di confezionare un film d’azione tutto nostrano, intervallando cannoli siciliani ad improbabili sparatorie.
Infatti, il mix di generi, dall’action alla commedia sentimentale, risulta creare solo una sceneggiatura confusa, in cui i personaggi non vengono approfonditi, il ritmo risulta lento ed i dialoghi spesso forzati. Inoltre, se lo scopo del film era quello di rovesciare i soliti luoghi comuni dell’equazione “donna siciliana = indolente e mafiosa”, il risultato va completamente nella direzione opposta!. Le protagoniste, infatti, da oneste ed impacciate studentesse si trasformano ben presto in ladre senza scrupoli.
Merito del regista è sicuramente aver confezionato un prodotto cinematografico in appena 18 giorni di lavorazione, un piccolo budget e soprattutto con una troupe interamente composta da ragazzi under 30.
“Ragazze a mano armata” è un piccolo film con molte aspirazioni, che però non riesce a concretizzare nessuna velleità artistica.
Del cast fanno parte Karin Proia, Federica De Cola, Giovanna D’angi, Gianna Verdelli, Paride Acacia, Massimiliano Frateschi, Piero Maggiò, Ela Carnabuci, Giorgio Casella e Nino Frassica.

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