Marco Carta ospite di Live: “Non sono un ladro”

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Il cantante ospite di Live – non è la d’Urso racconta la sua verità circa il presunto furto di magliette avvenuto alla Rinascente di Milano lo scorso 31 maggio
Marco Carta racconta la sua verità circa il presunto furto di magliette per il quale è stato arrestato lo scorso 31 maggio. “Ti racconto quello che posso, essendoci un processo di mezzo […]” spiega a Barbara d’Urso nella puntata del 5 maggio. “Sono molto molto scosso ed è difficile quando sei in un manicomio cercare di dimostrare che non sei pazzo…Marco Carta: “Non sono un ladro”
A questo punto sono intervenuti gli uomini della sicurezza, come da prassi in questi casi: “Quando l’allarme anti-taccheggio è suonato, ci hanno detto: ‘Seguiteci’. A un certo punto ho visto estrapolare delle magliette dalla sua borsa […] È arrivata la polizia […] Sono rimasto sconcertato, allibito […] Lei non mi ha detto nulla […] Essendo tanto scosso, non ho ricordi lucidi di quei momenti, e dei giorni a venire. Continuavo a ripetermi: ‘Sei una brava persona’ […] Mi sono sempre definito una persona distratta e sregolata, mi sono sempre definito in maniera diversa da come adesso mi sto definendo, che è tutto tranne quello che è stato detto, ladro, che è la cosa più brutta di questo mondo“.

Marco Carta e la notte in cella
La polizia li ha quindi invitati a seguirli: “Li abbiamo seguiti, ma separatamente, dentro una macchina della polizia. Ci hanno portato al fresco, dentro una sorta di carcere, in una cella, separati. Io facevo avanti e indietro, mi sentivo un animale in gabbia […] Sono rimasto lì fino alle 4, 4:30 del mattino, poi è arrivata una donna che ricopriva un ruolo ben più alto che mi ha detto: ‘Guarda che dormirai a casa non ti preoccupare’. […] Si vedeva che ero scioccato, fuori di me, non perché facevo chissà cosa ma fissavo il vuoto […] Ha detto ‘guarda domani ci sarà un processo, più tardi tornerai a casa’. Nel mentre ho chiesto a questa poliziotta se poteva telefonare al mio fidanzato. […] Mi hanno lasciato andare, mi hanno riaccompagnato loro perché in quel momento io ero arrestato. Alle 8 del mattino sono venuti a prendermi e mi hanno portato al processo […] C’eravamo tutti e due, sia io che lei”.“Molti hanno detto che Carta è stato rinviato a giudizio” prosegue Marco, “No Carta non è stato rinviato a giudizio, e avevo la possibilità […] Ho scelto la direttissima perché non ho bisogno di creare alcuna difesa. Ho chiesto al giudice di fissare il processo il prima possibile” (ci sarà il 20 settembre, ndr).

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